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al testo di Ivan Pozzoni
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Posso smettere di dirmi poeta, finalmente, non creando in endecasillabi, sciolti nell’acido, caustico, delle mie intuizioni.
Creo in volgare, senza misurar su nessun metro i frammenti secreti dal conflagrar delle esistenze, Giovanni decollato, e atterrato sulle due ruote davanti, davanti allo schiamazzar delle sirene dei vigili del fuoco, davanti al muso ironico d’un cane incontrato in un cortile, davanti ai silenzi assenso dei muri d’un cimitero urbano, davanti alle urla di titolare e direttore editoriale, davanti a una camminata tra i correnti d’un magazzino, davanti alla certezza di non aver bisogno di nessuno.
Poeta? No. Grazie. Mi sento cantastoria, scrittore di disgrazie, cedendo ogni vittoria ad anime mai sazie d’onori, e di corone, raccolte a pecorone.
[Il Guastatore, 2012] |
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